In teatro contro la violenza alle donne con Passi Affrettati a Torino, sabato 10 maggio, h. 21,15 al Salone “Beato Allamano”, Corso Francesco Ferrucci 12.
Passi Affrettati, è uno spettacolo teatrale scritto e diretto da Dacia Maraini e un testo teatrale, edito da Ianieri Edizioni di Pescara, che testimonia di donne ancora prigioniere della discriminazione storica e familiare.
Nell’ambito della XXI° edizione della Fiera Internazionale del Libro di Torino, la Circoscrizione 3 e Amnesty International con la campagna mondiale “Mai più violenza sulle donne”, sostengono il percorso intrapreso da Dacia Maraini , con un evento che prevede la mise en scene dello spettacolo “Passi Affrettati” nel suggestivo spazio del Salone “Beato Allamano”, seguito dalla presentazione del volume e dall’ incontro-dibattito con l’autrice sul tema della violenza alle donne.
Passi Affrettati nasce dall’elaborazione, a opera della Maraini, delle denunce che Amnesty International ha raccolto in tutto il mondo sul tema della violenza alle donne. In particolare la vicenda del Tibet e la stringente attualità italiana sono presenti nello spettacolo, accomunate da una triste realtà, ovvero quella di essere donne vittime della violenza, a volte cieca e immotivata, a volte retaggio di una cultura arcaica lungi dall’essere superata in contesti che, in apparenza, dovrebbero invece proteggerle ed amarle. Il testo, già tradotto in francese, è consultabile sul sito https://www.passiaffrettati.it/. Sono in corso le traduzioni in lingua marocchina, inglese, tedesca, spagnola, russa e giapponese .
«Storie di una profondità assoluta…» Gigi Marzullo, in “Applausi” su Rai Uno.
«Un volume di denuncia, che si rivolge direttamente alle coscienze di ognuno…» Marino Sinibaldi, in Caffé Letterario Live, su Rai Radio 3 “Fahrenheit”.
Dacia Maraini, nel devolvere interamente i suoi diritti letterari a favore delle donne che hanno subito violenza, definiscePassi Affrettati “…un atto di simpatia e di attenzione verso tutte quelle donne che ancora sono prigioniere di un matrimonio non voluto, di una famiglia violenta, di uno sfruttatore, di una tradizione, di una discriminazione storica difficile da superare”.